A questo punto il must have dell’inverno è solo un ricordo. Alla parola cappotto, nella nostra mente si affacciano immagini di impalcature e uomini con il caschetto pronti a rivestire le nostre case.
Cos’è il cappotto? Di che materiale è fatto?
Il cappotto è un sistema di isolamento termico esterno degli edifici; si presenta in pannelli/lastre di diverso spessore che dopo essere stati montati su un supporto rigido (es. muratura) vengono sottoposti a un ciclo di lavorazioni. La finitura superficiale è l’ultima lavorazione ed è un intonachino colorato che assomiglia alla tinteggiatura finale.
Può essere fatto con diversi materiali, qui ne analizziamo 3, anche se ce ne sono altri; il più utilizzato, purtroppo, è il cappotto in polistirene espanso (EPS). Oltre che per questa applicazione, è utilizzato molto nel mondo del packaging e tutti l’abbiamo visto e toccato nella nostra vita quotidiana. Ha una buona conducibilità termica, vale a dire che è molto isolante, ma presenta alcuni problemi, tra cui la traspirabilità, che lo fanno sconsigliare. Non può essere utilizzato a contatto con le canne fumarie, in quanto infiammabile, anche se autoestinguente. Vantaggio: il costo. Lo consigliamo? Direi di no!
Tra gli altri materiali di cui può essere fatto il cappotto troviamo le lane minerali: lana di vetro o lana di roccia. Il costo è più elevato del precedente, ma una lavorazione di questo tipo prevede una manodopera qualificata e, di conseguenza, costosa; perciò sarebbe importante scegliere un materiale un po’ più “nobile” all’esterno dei nostri edifici. Le lane minerali hanno una conducibilità termica assimilabile a quella dell’EPS, la differenza sta nella traspirabilità. Questi materiali sono impermeabili all’acqua ma permeabili al vapore, che significa che permettono alla condensa interna di evaporare; le case, gli edifici in generale, hanno bisogno di respirare per essere confortevoli e salubri. Sono, inoltre, materiali fonoassorbenti. Questo tipo di cappotto è decisamente migliore di quello in EPS ed è assolutamente consigliabile fare una scelta di qualità per qualcosa che resterà almeno 20 anni attaccato alle pareti dei luoghi in cui viviamo.
L’ultimo tipo di isolante di cui vorremo parlare oggi è quello in silicato di calcio. Rispetto ai materiali precedentemente trattati, è un po’ meno isolante. Presenta un’elevata traspirabilità e non è infiammabile.
La lastra viene prodotta a partire da polvere di quarzo, calce, cemento e aggregati, mediante aggiunta di polvere di alluminio, e successivamente invecchiata mediante un bagno di vapore ad alta pressione. L’aspetto e la consistenza al tatto sono simili a quella di un muro intonacato. Tra i 3 materiali analizzati è il più costoso ma sicuramente consigliato.
Nei prossimi post continueremo a trattare sinteticamente materiali e soluzioni legate all’edilizia e al risparmio energetico. Se volete orientarvi in questa giungla, seguiteci. Se avete domande, o se volete maggiori informazioni non esitate a contattarci!
Stay tuned!